LE REGOLE D'ALBENGA

LE REGOLE D'ALBENGA



La pianta di Albenga ricalca la disposizione di un accampamento romano,completo di cardo e decumano,cosicchè quando passeggiate in via Medaglie d'Oro o in via d'Aste,state ripercorrendo i passi dei legionarii romani o dei balestrieri medioevali che correvano alle mura a difesa della città.
Fra i ricchi corredi rinvenuti nelle tombe romane lungo l'antica via Aurelia Julia Augusta ad Albenga(interessante passeggiata),figurano pedine vitree degli antichi giochi di scacchiera Greci e Romani,chiamati “petteia” e “latruncula”.
Potete ammirare pedine e scacchiera al museo di Palazzo Oddo,nell'allestimento museale curato dalla Soprintendenza ai beni culturali.
Oggetti tanto affascinanti ci hanno fatto nascere il desiderio di FARVI GIOCARE con noi..
Così siamo corsi dal sindaco Rosy Guarnieri(sempre generosamente attenta alle domande della città) e abbiamo costituito una centuria di studiosi/giocatori. Abbiamo studiato antichi testi e giocato e giocato,fino a ricostruire regole attendibili e soddisfacenti.
Fra gli studiosi,la ricerca è continua.Bell e Kowalski ed Ulrich Schädler,Direttore del Museo Svizzero del Gioco ed archeologo,hanno potuto stabilire regole "congetturali"(reinventate cioè esaminando reperti e testi greci e romani).Si trovano riferimenti in Ovidio,Erodoto,Ammiano Marcellino (330-391 d.C),Macrobio ,Platone,e soprattutto in Marco Valerio Marziale (40-102 d.C) negli Epigrammi:"Da un lato il dado mi dà due volte il punto sei,dall'altro la pedina è perduta per i suoi due nemici".
L'antico gioco ripeteva le famose strategie di combattimento degli opliti greci ma soprattutto della "formazione della legione romana"e degli schieramenti medioevali,basate sullo stretto contatto fra i fanti,cosa che non lasciava spazio ai nemici per un'aggressione da più lati.(tenetelo presente nel gioco:la pedina che si trova due avversarii su lati opposti,dovunque e comunque,è perduta.Così pure quella che viene portata volontariamente tra due nemici).
"Varo,Varo,rendimi le mie legioni"si lamenta Augusto.Nella selva di Teutoburgo,attirati da un tranello di Arminio su uno stretto sentiero tra gli alberi,i Romani non possono schierarsi in formazione.Assaliti da ogni lato dai nemici,vengono massacrati.
Ecco quindi la prima regola di presa,per cui se una pedina si trova circondata da due lati,(i due nemici dell'epigramma di Marziale),è catturata e viene semplicemente tolta dalla scacchiera.
La scacchiera museale d'Albenga porta incisi in 25 caselle su 64,segni di direzione che costringevano le pedine a movimenti obbligati.Nelle caselle senza segni le pedine muovono in tutte le direzioni (come la regina degli scacchi); il movimento diagonale,rende il gioco estremamente più insidioso ed interessante.Ricapitolando,ecco :
Le Regole d' Albenga
1)la scacchiera ha 8x8 ,64 quadrati bianchi che possono avere o no segni di direzione obbligata che potete disegnare,combinati come piace a Voi.Considerata una casellina, usate una o entrambe le diagonali e/o una o entrambe le sbarrette che costituiscono il segno +
2) 8 pedine per giocatore,uguali,che muovono in ogni direzione come la regina degli scacchi,ma se trovano una casella a direzione obbligata,si fermano e tocca all'avversario. 3) la presa non è obbligatoria ma la pedina che si pone fra due nemici volontariamente,può essere catturata.
4)Vince chi cattura tutte le pedine avversarie o costringe e circonda il nemico in uno spazio nel quale non può più effettuare movimenti.(quindi è assediato,anche se all'interno del suo schieramento rimangano una o più caselle nelle quali ripetere all'infinito la stessa mossa).
5)Come variante,già comunemente accettata dagli studiosi,si può fissare anche un limite di tempo o di mosse,ed al termine,vince chi ha salvato più pedine delle otto di partenza.
Sul sito http://giocalbenga.blogspot.com e sul gruppo di facebook https://www.facebook.com/groups/144712672324872/ troverete altri interessanti riferimenti storici e uno strumento per dialogare fra noi Vorremmo i vostri suggerimenti e i risultati delle vostre partite.
Grazie ancora al Sindaco Rosy Guarnieri,al Prof. Mario Di Ubaldo che ha riesumato l'antico gioco e studiate e messe a punto le “Regole d'Albenga” ,agli entusiasti giocatori del club Creative Zone,ed alle equipes degli assessorati Turismo e Cultura del Comune di Albenga.

"Le Regole d'Albenga" sono frutto degli studi e ricerche condotti dal Prof.Mario Di Ubaldo e dal gruppo di studiosi e sperimentatori da questi coordinato.Si ringraziano:Manuela Bosco,Francesco Di Ubaldo,Claudio Nato,Chiara Di Ubaldo,Alessio Sgarlato.
"Le Regole d'Albenga" sono protette dalle leggi sulla proprietà intellettuale.
decreto Legislativo n. 30 del 10/02/2005)

sabato 18 febbraio 2012

ALBENGA 1787

« Tutto ciò che vi si vede è piacevole, là si vedono le vere pastorelle, mentre le contadine francesi fanno molta pena e sembrano veramente in cuffia da notte. Tutte le giovani albenganesi hanno i capelli ornati con corone di fiori naturali, poste sulla testa dal lato sinistro; esse sono molto graziose, e soprattutto notevoli per l'eleganze del loro portamento. »
Contessa di Genlis 1787


« Ci sono (ad Albenga) usignoli, beccafichi, ortolani, fagiani, pernici, quaglie...; vino, olio, arance, aragoste, granchi, ostriche, tonni, sardine, acciughe; ulivi, fichi, gelsi, vigne, grano, fagioli e pascoli. »
Thomas Jefferson, Presidente degli Stati Uniti d'America,1787


http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/77/Hans_Hartmann_Domplatz_in_Albenga.jpg/220px-Hans_Hartmann_Domplatz_in_Albenga.jpg
quadro di pzza s michele